Cosa e’ il Bodywork Olistico

COS'È IL BODYWORK?

L'inglese è una strana lingua ma assolutamente concreta.  
'Bodywork' significa fare un lavoro alla carrozzeria. Quando nel '900 hanno iniziato a lavorare manualmente sul corpo per scopi terapeutici, hanno utilizzato questa parola. Da allora viene usata per indicare un certo tipo di medicina, che oggi chiamiamo medicina alternativa.
Oggi, nel mondo anglosassone la parola 'bodywork' intende anche il massaggio olistico o classico. Non è sempre stato così. La crescente richiesta del mercato ha creato confusione e sviluppato ambiguità di significato.

Attualmente nella medicina alternativa la parola 'bodywork' descrive una tecnica di sviluppo terapeutico o personale  che include terapia manuale dei tessuti, lavoro sul respiro e lavoro "energetico".
Le tecniche di bodywork mirano a valutare o migliorare la postura, promuovere la consapevolezza corporea e riequilibrare il proprio campo energetico. Questa è una definizione accettata anche da Wikipedia e condivisa da centinaia di migliaia di persone nel mondo. 

Chi pratica il bodywork è un bodyworker. 
E come bodyworker mi piace questa definizione di Wikipedia. 
L'altro giorno mi è arrivata un'altra definizione…

Nella casa in cui abito ho una porta che da un su ripostiglio dove tengo tutti gli strumenti per rendere migliore la vita in casa. C'è la classica cassetta degli attrezzi con cacciavite, pinze e martello, chiodi, colla poi c'è l'aspirapolvere, lampadine nuove (per nuove idee!) e tante altre cose per tenere la casa sempre in vita. Purtroppo da qualche giorno la porta per accedere a questo ripostiglio fa fatica ad aprirsi, qualche problema nella cerniere o qualche ostacolo che non vedo non mi permette di aprire la porta con facilità.
Ogni volta che voglio accedere agli strumenti del mio ripostiglio faccio fatica ad aprire quella porta. Alle volte è così frustrante che quando arrivo all'aspirapolvere ho già perso la voglia di pulire!!

Mentre mettevo a posto la porta ho capito qual'è il mio lavoro: aiuto le porte ad aprirsi, per accedere agli strumenti (o risorse) che tutti abbiamo nel nostro "ripostiglio".

Quindi il bodywork è una tecnica di sviluppo personale, che aprendo porte qui e li migliora la postura e incrementa la consapevolezza corporea, quindi la quantità e la qualità del benessere percepito.

C'è da aggiungere che non tutti gli approcci di bodywork che puoi trovare sul mercato hanno questa caratteristica. Perchè?

Perché gli approcci più famosi sono stati divisi in pezzettini, quindi ora puoi trovare un bodyworker che usa una tecnica per migliorare la postura e lavora principalmente sulle vertebre, un'altro bodyworker usa un massaggio più superficiale per aiutarti nel rilassamento, mentre un altro ancora usa le mani per convogliare o ripristinare l'energia in alcune parti del corpo. 
Altri si sono orientati al respiro come il breathwork, oppure alle vibrazioni con strumenti particolari come le campane di cristallo.
Quindi che tu faccia reiki, massaggio olistico, osteopatia, breathwork, o altra tecnica di lavoro sul corpo tu sei un bodyworker. 

L'associazione Natural Bodywork è nata per rimettere assieme i pezzi.
Già negli anni '80 il maestro indiano Osho rispose a questa esigenza del bodywork. Nacque il Rebalancing, un collage bilanciato di approcci diversi ma tutti con lo stesso scopo. 

Dopo  più di 30 anni il bodywork è stato nuovamente diviso. Ci sono centinaia di scuole che usano le parole diverse ma le stesse tecniche. In comune hanno lo scopo di diffondere il loro lavoro a qualsiasi costo. 
Evidentemente il tempo è cambiato, i ritmi di vita sono cambiati. 
E' necessaria una rivoluzione!
Il mercato ha creato una dipendenza verso la separazione (ego) e la discontinuità (superficialità), fallendo proprio i bisogni di integrità e profondità del corpo-mente.

Quindi che fare?
La nostra proposta è partire da ciò che conosciamo e abbiamo sperimentato (compreso) per integrare e creare continuità nel nostro lavoro di bodyworker.
In maniera "naturale", sostenendo i bisogni del corpo-mente, andando in profondità e sviluppando un attitudine al gioco e alla leggerezza.

Lo spazio di lavoro manuale di un (Natural) bodyworker è sopratutto la fascia connettivale, ovvero quella "maglia" di tessuto che riveste e tiene insieme i muscoli, gli organi, il sistema linfatico, circolatorio e nervoso. 
La fascia connettivale permette a tutto il corpo di essere inter-connesso. Proprio come se fosse Internet: una "rete biologica" capace di ricevere e trasmettere "segnali" dentro e fuori dal corpo ad un velocità incredibile.

Un caratteristica della fascia connettivale è la sua capacità di tenere o lasciare andare. Immagina i muscoli attaccati alle ossa del corpo, senza questa "maglia" di contenimento non riuscirebbero a garantire la flessibilità e l'organicità (o l'eleganza) dei movimenti. Quando un muscolo si contrae, per garantire l'equilibrio, altri muscoli hanno bisogno di estendersi o contrarsi rapidamente. La comunicazione tra una singola parte ed il tutto diventa rilevante per le azioni più semplici. Respirare, camminare, muovere semplicemente le dita, svuotare l'intestino o tuffarsi da un trampolino di 10 metri, sono tutte attività possibili grazie alla fascia connettivale.

Tra il 1930 e il 1940, due donne, la tedesca Elisabeth Dicke ed l'americana Ida Rolf, in tempi diversi e in luoghi diversi, ma quasi per lo stesso motivo iniziarono a studiare e manipolare manualmente la fascia connettivale.  Ida Rolf voleva salvaguardare la salute della sua famiglia (polmonite), e Elisabeth Dicke era rimasta inferma per problemi di circolazione alla gamba destra. 
In quegli anni non esistevano ancora i computer o i cellulari, tra le due donne non accadde mai nessuna comunicazione o scambio epistolare. In effetti andarono in direzioni diverse, ciò nonostante permisero la nascita del lavoro sulla fascia.

Da quei "primi passi" ad oggi sono stati effettuati molti studi sulla fascia connettivale e sono emersi tanti metodi di lavoro sul corpo. In sintesi gli studi sulla fascia connettivale chiariscono (ma non esauriscono) le modalità con cui il corpo e la mente creano una connessione con l'ambiente e l'Io. La qualità di questa connessione è direttamente proporzionale alla quantità di ben-essere che proviamo vivendo.
In altre parole se la fascia connettivale rimane "contratta" non permette il libero fluire del movimento e ostacolerà la comunicazione tra le singoli parti ed il Tutto. 
Il "tutto" potrà essere l'ambiente esterno, il resto del corpo, l'aria che respiriamo, il nostro partner o nostri sogni nel cassetto. 

Quella parte di fascia "contratta" viene compensata dal corpo attraverso una postura specifica o segnali meno evidenti come il colore della pelle (troppo chiara o troppo scura) o il calore di una zona specifica (troppo fredda, troppo calda) oppure con un eloquio troppo veloce o un assenza di respirazione diaframmatica, o peggio ancora il malfunzionamento di organi interni.
I modi per compensare sono tanti e ci raccontano la capacità creativa e funzionale del corpo umano.

Il corpo può comunicare l'esistenza di uno o più  "ostacoli" attraverso un disagio fisico o psicologico, perché conosce soprattutto quel linguaggio, quello del corpo.
Proprio per questo un bodyworker  prima di iniziare una sessione, mentre accoglie il cliente, già sta osservando la postura, ascoltando il ritmo della voce, la parole che utilizza per raccontare il suo benessere o il suo malessere. E' necessario sviluppare una sensibilità "al Tutto", per questo motivo soprattutto il bodyworker necessita di un network corpo-mente pulito e libero da "ostacoli".

A questo punto potresti chiederti: chi o cosa crea gli "ostacoli"?

Jivan Ferrante

Gli autori di questa pagina sono José & Resya Satchitshanti.

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