La Percezione del corpo nel Tantra Kashmiro

“Nella tradizione tantrica del kashmir il corpo è ciò che è percepito.. Quello che noi chiamiamo qui organi o gruppo di organi è, dal punto di vista dell’India, considerata una massa vibratoria. Dal punto di vista della fenomenologia, il corpo appare come sonorità, vibrazioni, insieme di suoni a volte armoniosi a volte disarmonici.

L’ascolto corporale in questa tradizione si avvicina all’arte di scoprirne l’armonia fondamentale,  a cancellare le dissonanze e a ritrovare i ritmi originali.

Bisogna imparare ad ascoltare il corpo senza saperne nulla…  Ascoltare l’istante… Non c’è nulla da cambiare. Si vede solo quello che succede. Non c’è niente da escludere. Volere escludere è violenza. Volersi concentrare è violenza.   Lasciare la sensazione corporale completamente libera e rimanere aperti. Non si tratta quindi di “arrivare a fare”,  ma rendersi ben conto di tutte le limitazioni, dei blocchi, della mancanza di sensibilità che ci abita e maschera la nostra reale corporalità.

 Più la percezione è “una tensione a portare a sé”, personale, più ciò che si sente sarà ingombrato da strati dove l’opacità e la densità manifestano tensioni e reazioni. Rimanere in una posizione con delle tensioni consolida la memoria di tensioni nel cervello. Si rischia di ripetere ogni volta le stesse tensioni e di trovarsi la mattina con il corpo pesante, solido. Tante volte prima di iniziare un movimento certe zone del corpo si fissano in anticipo. Bisogno ascoltare. Una tensione è un elemento che si è separato dal tutto. Quando essa si reintegra nella totalità si libera il flusso naturale dell’energia”

di Eric Baret

“Ogni percezione ha la possibilità di riassorbirsi nel silenzio e porta alla Coscienza”

“Quando l’agitazione si calma, nasce lo stato supremo” Vasugupta, Spandakarika

 

Gli autori di questa pagina sono José & Resya Satchitshanti.

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