Un numero sempre maggiore di ricerche mediche e di indagini scientifiche dimostrano che la nudità fa bene al nostro corpo e ci mantiene in salute. L’uomo è nato per essere nudo, non per soffocare il suo organismo avvolgendolo costantemente nei vestiti!
Nato nudo.
I pediatri concordano sul fatto che i bambini crescono più sani se hanno l’opportunità di godere tutti i giorni di “momenti di nudità”: fra l’altro, la possibilità di movimento senza alcun impaccio e il maggior numero di stimoli sensoriali raccolti attraverso il corpo nudo aiutano lo sviluppo del cervello, incentivando la crescita di connessioni neuronali più complesse ed efficienti.
Recenti scoperte rivelano che il nostro cervello si modifica e si sviluppa lungo l’arco dell’intera vita. Secondo il neurologo Michael M. Merzenich, “tutto ciò che si vede accadere in un cervello giovane può accadere in un cervello più vecchio”. Ciò non implica forse che i “momenti di nudità” sono egualmente importanti per uomini di ogni età, e soprattutto per gli anziani?
Nudi contro i parassiti.
Nel 2003 uno studio dell’University of Reading, intitolato A naked ape would have fewer parasites, ha affermato che “l’evoluzione ha portato gli esseri umani ad essere privi di peli al fine di ridurre la quantità di parassiti, e specialmente di ectoparassiti che possono portare malattie”. Sfortunatamente, gli abiti che indossiamo possono essere terreno fertile per funghi e batteri, capaci ad esempio di provocare infezioni del tratto urinario. In particolare, il costume da bagno – che molti ritengono di dover indossare per proteggersi dalle impurità dell’acqua o della sabbia – è al contrario responsabile di trattenere i microrganismi a contatto prolungato con la nostra pelle e i nostri orifizi, aumentando così la possibilità di infezione.
Prendiamo il sole!
Una recente ricerca ha evidenziato che la carenza di vitamina D è un problema che riguarda un numero sempre maggiore di persone. L’insufficienza di questo elemento fondamentale contribuisce allo sviluppo di numerose malattie (cancro, disturbi cardiovascolari, osteoporosi, diabete). Denudandosi completamente all’aria aperta si riesce a raccogliere una grande quantità di vitamina D in poco tempo.
Termoregolazione.
La funzionalità del sistema nervoso che tiene sotto controllo la temperatura corporea viene alterata dall’uso dei vestiti (soprattutto quelli molto attillati). Il corpo perde la naturale capacità di adeguarsi ai cambiamenti di temperatura e ciò contribuisce all’insorgere di malanni come raffreddori, mal di testa, reumatismi. Inoltre, nei maschi la costrizione degli organi genitali nelle mutande determina un aumento della temperatura media dei testicoli, riducendo il numero e la vitalità degli spermatozoi, con evidenti ripercussioni sulla fertilità. Ove le condizioni ambientali la consentono, dunque, la nudità è il miglior modo per rieducare il nostro corpo alla termoregolazione naturale. Ciò costituisce anche un incentivo al metabolismo necessario per la produzione di calore: insomma, si può dire che stare nudi aiuta pure a dimagrire, visto che aumenta la spesa energetica – ossia il consumo di calorie – da parte dell’organismo!
La nudità sociale.
Numerosi studi psicologici dimostrano che la nudità sociale porta con sé vari benefici, come ad esempio la riduzione dello stress, la diminuzione della curiosità morbosa per il corpo umano, la riduzione della dipendenza dalla pornografia, il miglioramento nella percezione dell’intero proprio corpo, lo sviluppo di un atteggiamento sano nei confronti dell’altro sesso. Una ricerca condotta dall’University of Northern Iowa ha messo in luce che i nudisti hanno un elevato grado di accettazione del proprio corpo. I nudisti sono molto meno esposti di altri a subire il fascino di modelli di corpo ideale, che vengono propinati dai mezzi di comunicazione di massa e che sono alla base di problemi psicologici come l’anoressia o la non accettazione dei propri difetti. Vari studi, inoltre, dimostrano che gli effetti benefici della nudità sociale si riflettono anche sui bambini, aiutandoli a crescere in maniera equilibrata, con un buon grado di sicurezza di sé e senza sviluppare alcun senso di vergogna per il proprio corpo.
Tolleranza.
Uno studio dell’University of Central Florida del 2008, condotto su 384 partecipanti, ha concluso che gli studenti favorevoli al nudismo erano “significativamente più tolleranti nei confronti di altri gruppi religiosi o degli omosessuali” rispetto agli studenti contrari al nudismo; inoltre, avevano “meno pregiudizi verso persone appartenenti ad etnie diverse”.
Insomma, stare nudi non solo è un piacere in sé, ma è anche una fonte preziosa di benessere psicofisico. E – non dimentichiamolo – ha anche un grande vantaggio: non costa nulla! 🙂
Da "Essere nudo"