Questo e’ Tantra – Questo non e’ Tantra

Spesso, all'interno dei corsi o in generale nel mondo della new age, captiamo che ricorre tra le persone il Giudizio …..questo e' tantra …questo non e' tantra.
Solitamente a porre l'interrogativo/affermazione sono persone che pochissima o nulla esperienza hanno con questa Via , ma gia', in forma superficiale , vogliono piegare pretestuosamente la via tantrica ai loro bisogni, manifestando la loro tipologia di carattere. Non funziona cosi'. 
Non e' il il Tantra che si assoggetta ai pensieri immaginativi e proiettivi dell'adepto , ma sono gli adepti che si conformano alle indicazioni del Tantra ,se sono interessati a seguire questa Via, e dell'insegnante tantrico. La questione e' quindi inversa.

Se a queste persone gli si chiede allora , ok ma spiegami cosa e' il Tantra, nel 95% non sanno ovviamente rispondere e cadono in mille contraddizioni, con visioni parziali o stereotipate.

Allora e' meglio porre alcuni capisaldi.

I Tantra sono una serie di testi sacri di origine centro asiatica (India, Kashmir, Bengala, Orissa ecc.) al pari dei Purana, dei Veda, degli Sastra, ma che si manifestano al modo di testi esoterici rivelati e spesso sono scritti come se fossero le divinita' Shiva o Shakty (e le loro emanazioni) in persona a parlare e fanno parte dei testi Agama. I Tantra sono molto antichi e spesso scritti secondo tradizioni che sono pre-vediche.  Poi questa parola, Tantra,  legata ai testi si e' estesa come significato anche per individuare la via. Tra le altre cose il corpus dei testi tantrici e' enorme , vastissimo e a volte contraddittorio,( si contano 500 testi tantrici) perche' esistono oltre 47 vie tantriche (Shakta, Kaula, Spanda, Trika, Krama ecc. ecc..) e alcune differiscono molto tra loro e altre hanno insegnamenti sconosciuti.
Allora la prima indicazione e' : quale via tantrica stai seguendo ? Spanda ? Kaula? Krama? Saura? 

Pero' senza grandi errori possiamo riassumere che il tantra e' ( e cio' e' comune a molte vie tantriche rosse)

IL TANTRA E' QUELL'INSIEME DI QUELLE PRATICHE E RITUALI ESPERIENZIALI , CONDENSATE IN UNA VIA, CHE PORTANO AD UN ESPANSIONE DELLO STATO ORDINARIO DI COSCIENZA DEL SE' E IN ULTIMA ISTANZA ALLA LIBERAZIONE E AL PERCEPIRE UNA COMUNIONE CON IL TUTTO, ATTRAVERSO LA MANIFESTAZIONE DI TUTTE LE ENERGIE CHE CI COMPONGONO, NESSUNA ESCLUSA.

Da questi antichi testi sacri e' possibile trarre comunque degli insegnamenti generali sul tantrismo e accogliere una serie di indicazioni sul Tantra. Occorre pero' notare che questi testi solo in alcuni casi danno delle indicazioni operative sui rituali altrimenti molto e' lasciato all'interpretazione dell'insegnante tantrico che tramanda questa via esperienziale e sacra. Il Tantra non e' mai stata una via dogmatica e normativa e spesso parla per aforismi e ha da sempre lasciato ampio spazio agli insegnati su come proporre la Via Esperienziale di crescita del se'.

Quindi gia' indicare cosa sia Tantra e cosa no e' molto labile ed evanescente. Sono poi gli insegnanti tantrici , secondo la propria sensibilita', a suggerire quali siano i possibili rituali piu' adatti alla propria via, lasciando campo alla creativita', oltre a quei rituali invece gia' codificati e conosciuti.

Molte di queste persone che avanzano questioni su "cosa deve essere il Tantra" si fanno abbagliare e sviare dalle pratiche e rituali , immaginando che alcuni rituali siano tantrici e altri no. Il Tantra utilizza molti metodi, ancor piu' nel Neotantra, che lascia ancor piu' campo aperto alle tecniche che si possono utilizzare per arrivare a una conoscenza profonda del se'.

Nella via Tantrica vengono utilizzati rituali Trascendenti, rituali Terrifici, rituali Estatici, rituali Sessuali, rituali Ludici , rituali Mentali , rituali Corporei, rituali Sensoriali , rituali Meditativi ecc.ecc. Non e' che se un Insegnante utilizza rituali Trascendenti o rituali Meditativi e ' un Tantrico e se utilizza rituali Gioiosi o rituali Sensoriali o rituali sessuali non e' piu' Tantrico.

Il Tantra suggerisce che tu giunga alla conoscenza del se' attraverso l'esperienza, senza discriminare quale tipo di esperienza. Anzi il Tantra e' famoso per inglobare nella via qualsiasi rituale che sia utile nel momento storico.

In particolare chi abita in Italia , nazione che tende a vibrare nell'energia dell'enneatipo SEI , (il diffidente pauroso critico pessimista, legato agli schemi e alla norma ) , puo' cadere in molti tranelli e trappole. Uno di questi e' che se il rituale porta nella direzione del piacere/estasi/ludico non e' Tantra, perche' una via "seria" deve essere tormentosa, difficile e noiosa.

Infatti sembra incredibile che sia "seria" una via che ci porta a percepire l'Estasi, dato che la cultura italiana (ma in generale la cultura dell'Occidente) e' cosi' legata profondamente , anche attraverso al cattolicesimo, al peccato, espiazione , dolore e pessimismo.  Il collegamento mentale distorto, carico di giudizio e pregiudizio, e' : se una via propone, sacrificio, espiazione, e rinuncia allora e' una via "seria", ma se propone Estasi, Orgasmo , Apertura e Desiderio allora non e' un via "seria".  Il Tantra Rosso indica che e' possibile anche indulgere sui piaceri , e attraversare le passioni, per giungere alla conoscenza del se'.
Come al solito i veli di Maya, l'annebbiamento dell'illusione, sono difficili da far cadere per arrivare a una visione che sia fuori da schemi imposti artificialmente da altri.

"….Nessuno riesce a ottenere la liberazione se si impegna in pratiche difficili e tormentose; la liberazione può essere raggiunta soltanto attraverso l'appagamento consapevole di tutti i desideri…" – Guhyasamaja Tantra

Jose'&Resya – TantraLove

Illuminazione Appassionata

Il tantra, sia nella variante indù sia in quella buddhista, è un sentiero religioso attraverso il quale uomini e donne possono accedere insieme alla dimensione spirituale ed all’illuminazione attraverso una serie di espressioni d’intimità ritualizzate che trasformano la passione fisica in estasi divina. Il buddhismo tantrico si distingue da altre tradizioni buddhiste perché è l’unico a considerare il corpo e le esperienze sensoriali come un mezzo per attingere alla Fonte originaria della conoscenza e del potere spirituale.

Entrando in un tempio del Ladakh, terra del buddhismo tantrico, rimaniamo colpiti dalle spettacolari rappresentazioni delle donne-dee nell’atto di cavalcare una tigre o di danzare sull’acqua con i loro corpi sinuosi che fluttuano nell’aria, le chiome al vento… donne dagli sguardi persi nell’infinito, che spiccano il volo avvinghiate ai loro partner maschili, i volti risplendenti di passione ed estasi mentre si librano negli spazi sconfinati dei paesaggi surreali del buddhismo tantrico… e ci sembra quasi di sentire il ciondolio dei loro strani ornamenti d’osso quando, irate, combattono contro l’ego: quando appaiono in forma pacifica le dãkinĩ riposano sopra un fiore di loto in tranquilla beatitudine, quando appaiono in forma irata calpestano i cadaveri del proprio egocentrismo.

Secondo quanto scrive Miranda Shaw, nel suo libro intitolato Illuminazione appassionata (casa editrice Venexia, Roma, 2010), gli studiosi che non appartengono alla tradizione culturale del tantrismo tendono a focalizzare l’attenzione sulle forme esteriori dei rituali e a negare un possibile collegamento tra le immagini femminili rappresentate nei templi e le donne realmente vissute. Stando alle interpretazioni occidentali dell’arte e della letteratura tantrica, solitamente di matrice junghiana o freudiana, queste immagini femminili sono simboli dei processi psichici dell’Anima maschile che emergono nella coscienza e non vengono mai in alcun modo relazionate con la vita vissuta delle yogini tantriche né con le loro qualità spirituali.

L’ipotesi che queste donne così magnificamente rappresentate potessero essere state davvero donne di grande spessore spirituale e persino donne illuminate, non viene mai contemplata. Al contrario: le adepte femminili del tantra vengono di solito descritte come niente più di un mezzo per raggiungere uno scopo, scopo che viene raggiunto dallo yogi maschio. Il buddhismo tantrico viene considerato come un movimento oppressivo nei confronti delle donne le quali occupano posizioni subordinate e marginali all’interno dei rituali, donne che vengono spesso umiliate e persino abusate. Anzi, secondo questo punto di vista, più corrotta è la donna, più risulta adeguata ai rituali tantrici: interpretazione questa che ci ricorda le definizioni delle devadasi indiane dell’epoca colonialista, considerate anch’esse in termini dispregiativi e sprezzanti come le “prostitute del tempio”, vere e proprie “depravate”. Le conclusioni alle quali sono giunti gli studiosi occidentali è che nel tantrismo sono gli uomini i veri ricercatori spirituali, le donne sono le loro “controparti passive” e vengono usate come “oggetti rituali” per far sì che il maschio raggiunga l’illuminazione.

Miranda Shaw espone nel suo libro una ricerca approfondita e ben documentata sulle donne che hanno ispirato e contribuito alla creazione delle suggestive immagini femminili ritratte nella tradizionale iconografia tantrica ed offre un’importante testimonianza della presenza partecipativa e creativa delle donne nel buddhismo tantrico, della loro esistenza storica, concezione religiosa e liberazione spirituale e scrive un nuovo capitolo sul tantrismo. Lo scopo principale del libro è restituire alle yogini la loro dignità di ricercatrici spirituali e donne illuminate che hanno molto influito sulla storia culturale e spirituale dell’oriente.

Dalle biografie e dai testi scritti dalle adepte del tantra esaminate dalla Shaw emerge un intero pantheon di Buddha femminili, figure di donna eccezionali note come dãkinĩ: donne coraggiose, libere, di grande spessore e potere spirituale che guidano i maschi verso l’illuminazione. La visione indiana che emerge da questi scritti e biografie femminili non conferma le interpretazioni svalutanti nei confronti delle yogini tantriche dei più accreditati testi occidentali, ma esprime, al contrario, grande rispetto e venerazione profonda della potenza spirituale-magica intrinseca alla condizione di Donna. Le descrizioni delle donne del buddhismo tantrico come corrotte o depravate, prostitute etc… , sottolinea la Shaw, descrizioni dal colorito tipicamente androcentrico, tradiscono un residuo di indignazione vittoriana non solo nei confronti dell’attività sessuale delle donne al di fuori del matrimonio, ma anche verso la venerazione ed esaltazione religiosa della Donna in quanto tale. La reverenza religiosa verso le donne che caratterizza il tantrismo è così in contrasto con i valori ed i precetti tramandatici dalle nostre religioni tradizionali, sostiene la Shaw, da costituire uno dei più grandi ostacoli all’accettazione e comprensione della filosofia tantrica.

Ciò che salta agli occhi, leggendo un testo tantrico, è l’imprescindibile adorazione della Donna in quanto principio di Vita. Nel tantrismo la relazione tra i sessi è paragonabile a quella tra un devoto ed una dea ed infatti è con il Divino Femminile presente nella donna che l’adepto entra in relazione. I testi prescrivono nei dettagli i diversi rituali attraverso i quali la Donna deve essere riverita, servita e ritualmente venerata. Le espressioni di tale adorazione non sono limitate all’ambito rituale, ma permeano anche la vita di tutti i giorni. Il testo ordina, per esempio, che prima e dopo l’unione rituale l’uomo debba prostrarsi dinanzi alla Donna, strofinarle i piedi, cucinare per lei, servirle da mangiare e aspettare che lei abbia finito per poi nutrirsi dei suoi avanzi (“mangiare gli avanzi”, così come “toccare i piedi”, nella cultura indiana sono espressioni d’inferiorità di rango spirituale e rappresentano una profonda forma di accudimento e di cura nei confronti dell’altro). Anche le sostanze scartate dal corpo della Donna, i fluidi sessuali, il sangue mestruale e persino le sostanze scatologiche sono considerate pure e vengono adorate, toccate e a volte persino ingerite come segno di profonda venerazione. Secondo l’autrice le esperienze vissute dai partner tantrici durante l’unione rituale non sono in alcun modo compatibili con il disprezzo e lo sfruttamento della donna descritti nei testi occidentali.

Nel contesto tradizionale del buddhismo monastico i partecipanti vengono incoraggiati al potenziamento dell’intelletto ed alla dialettica filosofica a scapito delle dinamiche corporee, delle sensazioni ed emozioni. La filosofia tantrica sottolinea invece che la mente da sola non è sufficiente ad aprire le porte della conoscenza; vengono enfatizzate, al contrario, soprattutto la soggettività e le componenti relazionali e sensoriali che animano i rituali: l’interdipendenza della dissoluzione e dell’apoteosi dei due partner così come la passione ed il piacere come fonti primarie di conoscenza e di potere spirituale – una sorta di reazione complementare e correttiva all’unilateralità monastica.

I testi tantrici espongono, passo dopo passo, un programma buddhista di decostruzione del sé contemporaneamente alla decostruzione dell’altro, seguito dalla ricreazione di una nuova identità soggettiva integrata: l’unione di un Buddha ed una Buddha. Solo seguendo la nostra passione fino alla sua origine, riusciamo a contattare, secondo la filosofia tantrica, il nostro nucleo interiore di beatitudine, la fonte originaria del Piacere che in quanto tale non ha alcuna causa immediata, ma appartiene alla natura stessa della psiche, alla sua “divina essenza primordiale”. E’ la beatitudine sensoriale, il “piacere umano”, l’elemento catalizzatore di questo percorso, il moto dinamico che conduce i partner yogici a varcare la soglia del regno terreno verso le sfere trascendenti dell’esistenza. L’esperienza erotica contiene già al suo interno il seme di questa consapevolezza illuminata: il piacere estremo, l’abbattimento delle barriere dell’ego, l’oblio di sé che culminano nell’estasi e nella consumazione del pensiero concettuale nel fuoco della passione.

Nel suo aspetto di fusione di forma e contenuto l’unione tantrica sfugge a qualsiasi descrizione in termini puramente fisici e diviene il tipico esempio dell’esperienza spirituale di “dissoluzione nella luce pura”, quello stato di non-dualità in cui il soggetto e l’oggetto si dissolvono e si fondono: saggezza e compassione, beatitudine e vacuità, insieme al congiungimento fisico degli organi sessuali femminili e maschili ed a numerosi altri elementi fisico-spirituali che vengono integrati sulla via verso l’illuminazione. La stessa anatomia interna dell’organo sessuale femminile, per esempio, è percepita come un mandala, al centro del quale troneggia un palazzo tempestato di pietre preziose, la Dimora di un Buddha. Esso non ha dimensioni fisse, perché si tratta di un “luogo incommensurabile” sul piano mistico dell’esperienza.

Michel Foucault contrappone all’oggettivazione e alla manipolazione occidentale della sessualità (che definisce scientia sexualis) quella che lui definisce l’ars erotica dell’Oriente (il tantra ne è un esempio), una sessualità vissuta ed esplorata per se stessa, per il piacere che conduce alla fonte interiore di Vita ed alla trascendenza. Il buddhismo tantrico non propone un modello relazionale di sfruttamento, ma di complementarietà e reciprocità e rimanda ad una variante delle relazione umane che arriva persino a trascendere il dualismo di genere. Tutto ciò appare quantomeno insolito agli occhi di un lettore occidentale il quale parte dal presupposto che le relazioni in generale e quelle tra i sessi in particolare, implichino sempre una qualche forma di potere o di rivendicazione egoica.

I filosofi tantrici ci raccontano che al momento del concepimento una scintilla di beatitudine si unisce con una goccia dei fluidi generativi femminili e maschili, formando una scintilla di Piacere che è il nucleo del nuovo essere. Nell’intera genesi di un essere umano è presente quindi un elemento di piacere metafisico: il Sé interiore o l’Essenza. Questa beatitudine che è presente nel momento del concepimento di un essere umano rimane lì, nel suo recesso più intimo, nel suo cuore per sempre, come un ponte che gli indica la via del ritorno, un ponte che può riportarlo indietro alla Prima e Ultima realtà.

Miranda Shaw. Illuminazione appassionata, in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 15, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2012

La differenza tra Tantra e Yoga

Il Tantra e lo Yoga sono fondamentalmente diversi.
Raggiungono lo stesso obbiettivo, tuttavia i loro sentieri sono non solo diversi, ma anche opposti.
Perciò questo punto deve essere compreso molto chiaramente. Anche il processo dello Yoga è una metodologia, anche lo yoga è una tecnica. Lo yoga non è filosofia ; proprio come il Tantra, dipende dall’azione, dal metodo, dalla tecnica: il fare conduce all’essere anche nello yoga, ma il processo è diverso.
Nello Yoga si deve lottare: è la via del guerriero.
Sul sentiero del Tantra non si deve assolutamente lottare. Anzi, al contrario, si deve indulgere, ma con consapevolezza.
Lo Yoga è repressione consapevole, il Tantra è indulgenza consapevole.
Il Tantra dice che qualunque cosa tu sia, l’Assoluto non è opposto a te.
E’ una crescita: puoi crescere fino a essere l’Assoluto. Non c’è opposizione tra te e la realtà: ne fai parte, perciò non è necessaria alcuna lotta. Devi sare la natura, devi usare qualunque cosa tu sia per andare oltre.
Nello Yoga devi lottare con te stesso per andare oltre.
Nello Yoga, il mondo è moksha, la liberazione –come sei e come puoi essere- sono due cose opposte.
Reprimi, lotta, dissolvi ciò che sei in modo da raggiungere ciò che puoi essere. Nello Yoga andare oltre è una morte, devi morire perché possa nascere il tuo essere reale.
Lo Yoga è molto attraente perché è proprio l’opposto della mente ordinaria, perciò la mente ordinaria può capire il linguaggio dello yoga: tu sai come il sesso ti stia distruggendo, come ti abbia distrutto, in che modo continui a girarci intorno come uno schiavo, come un fantoccio.
Lo sai per esperienza personale. Perciò quando lo yoga dice di combatterlo, capisci subito il messaggio. Questa è l’attrattiva, la semplice attrattiva dello yoga. (…)
Perciò, a meno che questa fissazione sul sesso non verrà dissolta, l’uomo non potrà mai essere naturale.
L’uomo si è sviato solo a causa del suo atteggiamento nei confronti del sesso. Nessun atteggiamento è necessario: solo allora sarai naturale. Che atteggiamento hai nei confronti dei tuoi occhi? Sono malefici o divini? Sei a favore o contro i tuoi occhi? Non assumi un atteggiamento!
L’atteggiamento semplicemente non c’è! Ecco perché i tuoi occhi sono normali. Assumi un atteggiamento. Se pensi che i tuoi occhi siano malefici, la vista diventerà difficoltosa, assumerà la stessa forma problematica che ha assunto il sesso: vorrai vedere, desidererai vedere, bramerai vedere, ma quando vedrai ti sentirai in colpa. Tutte le volte in cui vedrai ti sentirai in colpa per aver fatto qualcosa di sbagliato, per aver peccato. Vorresti uccidere lo strumento stesso della vista, vorresti distruggere i tuoi occhi, e più vuoi annientarli, più ti fisserai su di loro; comincerai un’attività veramente assurda: vorrai vedere sempre di più e, allo stesso tempo, ti sentirai sempre più in colpa. Lo stesso è accaduto con la fissazione sul sesso.
Il Tantra dice dunque di accettare qualsiasi cosa tu sia. Sei un grande mistero di molte energie multidimensionali: accettalo e muoviti con ogni energia con profonda sensibilità, con consapevolezza, con amore, con comprensione. Muoviti con loro! Di conseguenza ogni desiderio diventa un veicolo per andare oltre, ogni energia diventa un aiuto, e questo stesso mondo è il nirvana, questo stesso corpo è un tempio: un tempio sacro, un luogo sacro.

Lo Yoga pensa in termini di dualità: ecco la ragione della parola “yoga” .
Significa unire due cose insieme.
Mahavira per esempio, era sulla via dello yoga, ma non reprimeva realmente il sesso: lo aveva conosciuto, lo aveva vissuto, aveva profonda familiarità con esso, ma gli diventò inutile, perciò il sesso cessò.
Una volta che conosci qualcosa te ne liberi: semplicemente cade, come le foglie morte cadono da un albero (…)
In un mondo sano, dove ognuno vive in modo autentico, individualmente, non imitando gli altri ma vivendo a modo proprio, sono possibili entrambi i sentieri.
Un uomo del genere impara la profonda sensibilità che trascende i desideri, può giungere al punto in cui tutti i desideri diventano inutili e si esauriscono. Anche lo yoga può condurre a questo, nello stesso modo in cui il Tantra può condurvici ma abbiamo bisogno di una mente sana, di un uomo naturale.
In questo mondo dove c’è un uomo naturale il Tantra e lo Yoga condurranno alla trascendenza dei desideri. Nella nostra società malata né lo yoga né il Tantra possono farlo perché se scegliamo lo yoga, lo scegliamo non perché i nostri desideri sono diventati inutili . No! Hanno ancora significato, non stanno esaurendosi da soli. Dobbiamo forzarli. Se scegliamo lo yoga lo scegliamo come tecnica di autorepressione, se scegliamo il Tantra, lo scegliamo come astuzia come un profondo autoinganno, una scusa per indulgere sul sesso. Con una mente malata né il Tantra né lo Yoga possono avere un effetto positivo,condurranno entrambi all’automanipolazione.

Per poter cominciare occorre avere una mente sana, in particolare una mente sessualmente sana, in questo caso non sarà difficile scegliere il tuo sentiero: puoi scegliere lo Yoga come il Tantra.
Fondamentalmente esistono due tipologie di persone, il tipo maschile e quello femminile. Non intendo biologicamente, ma psicologicamente.
Lo Yoga è il sentiero per coloro che di base sono psicologicamente maschili, mentre il Tantra è il sentiero per coloro che di base sono psicologicamente femminili .(…)
Lo Yoga è energia che si muove verso l’esterno, il Tantra è energia che si muove verso l’interno.
In termini psicologici moderni lo yoga è estroverso e il Tantra è introverso.
Perciò dipende dalla personalità: se hai una personalità introversa, la lotta non fa per te; se hai una personalità estroversa, la lotta fa per te.

Articolo su REnudo n.06

Tantra della mano Sinistra – Tantra della mano Destra

Molto spesso di parla  di Tantra genericamente senza specificare, cadendo in una contraddizione, in quanto in realta' esistono due Vie Tantriche nel scuola Kaula che hanno si aspetti in comune , ma anche differenze sopratutto nelle pratiche. Via della Mano Sinistra e Via Della Mano Destra

Il periodo massimo sviluppo del tantra si ebbe, tra il IX e il XII secolo d.C. sia in India che in Tibet, dove grazie a diversi monaci, tra cui ricordiamo Marpa e Milarepa, ebbe vita la famosa scuola tantrica, Kagyiipa, mentre Tilopa e Naropa fondarono quella di Kalachakra. A queste due scuole si devono alcuni dei più importanti testi antichi Tantrici.

Successivamente la scuola tantrica si divise in due filoni: il cosiddetto Via della mano Sinistra (Tantra Rosso) e il Via della Mano destra (Tantra Bianco). La corrente del Tantra rosso continuò a praticare anche tecniche di unione sessuale e al contatto con la Shakti/Donna, come previsto dalla tradizione antica, mentre il Tantra Bianco, deviò verso una moralizzazione delle discipline, evitando, in maniera monastica l'unione rituale e comunque sia la manifestazione fisica incarnata della energia della Shakti. 

E’ significativo come il Tantra rosso venne chiamato “della Mano Sinistra” (sinistra = femminile) , mentre quello del Tantra Bianco “della Mano Destra” (destra = maschile) , quasi ad enfatizzare l’approccio intuitivo del primo e quello razionale del secondo. Cio' si riflette anche in una certa contrapposizione tra scritti Vedici e scritti Tantrici, ricordando che la cultura tantrica e' pre-Vedica , derivando dallo sciamanesimo matriarcale Bon, tutt'ora presente.
Tutto cio' nasceva dalla esigenza che le vie monastiche, in particolar modo quelle tibetane, avevano fatto voto di castita' e quindi non potevano unirsi materialmente alle donne nelle pratiche tantriche, altrimenti rischiavano la espulsione dal monastero. Il Tantra Bianco diventa un Tantra Rosso mondato pero' di una serie di pratiche e privato del contatto reale tra Shiva e Shakti, tra l'energia maschile e femminile, quanto meno nell'atto incarnato, dove l'energia maschile e femminile viene solamente sublimata a livello mentale meditativo, immaginativo e simbolico.

In questa dimensione il Tantra Rosso o Via della Mano Sinistra, e' quello piu' antico nato dalle culture matriarcali, che si manifesta anche attraverso la sessualita'. Il Tantra Bianco o Via della Mano Destra e' la corruzione del patriarcato successivo che ha eliminato dal Tantra originale la intensa energia trasmutativa della sessualita' consapevole, energia che e' propria archetipicamente delle donne. Da sempre il patriarcato tende a controllare la sessualita' femminile.

Il Tantra Rosso o Via della Mano Sinistra o VamaMarga comprende pratiche che si esplicano anche in gruppo, (chackrapuja) includendo il contatto e la veicolazione tramite i sensi, include l'incontro e lo scambio energetico di Shakti anche nella donna incarnata, le tecniche sono per lo piu’ “esterne” utilizzando yantra, rituali, movimento del corpo etc. anche seppur “esterno” nei rituali, il tutto viene interiorizzato comunque dal praticante che conosce le correlazioni tra interiorita' ed esteriorita'. Viene ritenuta una via veloce.

Nel Tantra Bianco o Via della Mano Destra o DakshinaMarga le pratiche sono per lo piu’ “interne”, basate su tecniche di concentrazione e visualizzazioni, movimenti della consapevolezza interna, meditazioni solitarie, che comunque escludono il contatto fisico con un altro essere, tanto meno  il contatto con una donna incarnata etc. Viene ritenuta una via lenta.

Nei secoli successivi in India, a causa dell’invasione islamica prima e successivamente quella Inglese,  il Tantra Rosso, quello originario, fu ufficialmente soppresso e fu costretto a trasformarsi nuovamente in una scuola occulta. Il Tantra bianco, che presentava aspetti monastici ed era privo di rapporti sessuali, fu generalmente piu' tollerato dal moralismo e dai dettami Arabo e Inglese, ma perse gradualmente la propria identità finendo col fondersi allo Yoga. Oggi lo conosciamo come Tantra Yoga, e ha completamente perso la sua peculiarità di approccio concreto alla sessualità, tipica del Tantra originario.

In pratica il Tantra Bianco e' affine al il Tantra Rosso come fine, ma e' sterilizzato e disinfettato da tutte quelle pratiche che i moralisti potrebbero intendere come disdicevoli cioe' tutte quelle pratiche  includono la sessualita' e che sono state spesso considerate dal Tantra Bianco immonde e impure o comunque non funzionali alla ricerca del se'.

I Tantrici della via della Mano Sinistra tendono ad accogliere la pluralita' delle visioni, i tantrici della via della Mano Destra tendono ad enfatizzare alcune critiche, forse legate all'aspetto censurante da cui trae origine il Tantra Bianco cioe' la via monastica. Il Tantra Rosso sembra essere affine alle personalita' istintive, il Tantra Bianco alle personalita' analitiche. 

In particolar il Tantra Bianco spesso , sopratutto da chi non conosce bene la via tantrica, intende che le energie esplorate nel Tantra Rosso sono "basse" e quindi da evitare, o magari da esplorare fuori dal tempio, fuori dal corso, fuori dalla sala forse esclusivamente in privato e forse nemmeno in quel caso.

Cio' e' molto in sintonia con il modo di procedere del Bramhamanesimo (la cultura dei brahmini) che ha forti radici nel puritanesimo e negli aspetti moralistici dove tutto puo' essere diviso in Puro e Impuro, Casto e Immondo, Giusto e Sbagliato, Bene e Male e quindi fondamentalmente afflitta da aspetti giudicanti tipico della via Hindu ortodossa che e' zeppa di regole e schemi e di visioni dualizzanti.

Oseremmo dire che se Tantra Bianco e' nella Dualita' mentre Tantra Rosso e' nella Non Dualita'

Occorre fare un po' di chiarezza.

Per il Tantra Rosso non esistono energie basse o alte ma molto piu' semplicemente una scala energetica che risale dal primo chackra fino al settimo chackra. In tutte scuole esoteriche ,ma anche nelle radici del cristianesimo primordiale stesso, viene indicato come regola spirituale COSI' IN ALTO COME IN BASSO (ripreso addirittura anche nella preghiera del Padre Nostro …venga il Tuo Regno cosi' in Cielo come in Terra..) . Il tantra Rosso e' una via INCLUSIVA e INTEGRATIVA e non una via che tende a fare a pezzi la energia della nostra specie umana indicando che questo e' sbagliato e quello e' giusto
Alla nascita noi ci incarniamo con tutte e sette le energie e queste diventano il bagaglio per tutta la nostra esistenza sia che ce ne siamo consapevoli oppure no.
Energia sessuale, emozionale, radiante,affettiva,espressiva , meditativa e trascendente corrispondente ai sette chackra.
Voler indicare , come spesso succede nel Tantra Bianco, in una forma anche un po' dispregiativa, come alcune di queste energie siano "disdicevoli e basse" e altre " auspicabili e alte" apre un rischio fortissimo di spezzare in due la natura umana che va proprio nella direzione contraria alla via del Tantra Rosso che e' notoriamente una via NON DUALE.

Non e' possibile accedere compiutamente alle energie piu' sottili se prima non si e' attraversato energeticamente anche le energie piu' dense della sessualita', anzi i due aspetti sono collegati e non possono essere distinti, nel Tantra Rosso immanenza e trascendenza sono uniti assieme.

La scala si sale dal primo gradino.

Troppo spesso, sopratutto nella new age, pero' si ascolta proporre che la scala energetica si sale dal quarto gradino saltando di fatto i primi tre. Si sale dal chackra del cuore, sempre molto menzionato nella New Age,  SENZA attraversare ed esperire il primo chackra , il secondo chackra e il terzo chakcra …energie basse secondo il giudizio di una parte New Age.
Questo puo' generare un percorso spirituale a forte rischio e che non ha piena consapevolezza di se' perche' semplicemente non si e' potuto esperire, nel reale e oggettivamente , una parte importante delle nostre energie che ci compongono inequivocabilmente, come anche quella sessuale .

Spesso succede che i praticanti della Via della Mano Destra si sentano autorizzati a criticare e dispregiare la Via della Mano Sinistra. A volte il Tantra Bianco sembra quasi rappresentare un ripiego di chi non riesce a gestire, per propri blocchi interiori energetici irrisolti sopratutto nella sessualita', le intense energie dei primi chackra e che quindi, ci si ritira, anche in forma inconsapevole, in pratiche che ti pongono molto meno in discussione , essendo incentrate esclusivamente su un aspetto peculiare immaginativo e meditativo o comunque senza nessun reale veicolazione della energia dell'Eros e dello specchio tra Shiva e Shakti.

".. per questo chi desidera la liberazione dovrebbe praticare cio' che deve essere praticato. Rinunciare agli oggetti dei sensi equivale a torturarsi attraverso l'ascetismo – non fatelo!! Quando vedete la forma guardatela!  Allo stesso modo ascoltate i suoni, inspirate i profumi,  assaggiate i gusti deliziosi , palpeggiate le trame. Usate gli oggetti dei cinque sensi, e raggiungerete presto la buddhita' suprema. Rifugiatevi nella Vulva di una Donna che tenete in gran conto per ottenere il rango di Candramaharosana….. " – Candramaharosana Tantra

Jose'&Resya – TantraLove

TANTRA , Il matrimonio interiore

TANTRA, IL MATRIMONIO INTERIORE

A differenza di quello che molti occidentali credono, la via del Tantra è ben più che una stravagante ginnastica sessuale. Il Tantra, accettando l’essere umano in tutte le sue espressioni, ritiene che la sessualità rappresenti un importante strumento di crescita spirituale e come tale considera il sesso un punto di partenza, e non di arrivo.
Molte persone si avvicinano al Tantra pensando di affidarsi ad una tecnica esotica che risolva i loro problemi sessuali. In realtà, questa disciplina è un’antica scienza spirituale e viene praticata con il fine di espandere la consapevolezza di sé. Le pratiche sessuali costituiscono solo una piccola parte di questa dottrina, basata più in generale sull’atteggiamento di accettazione della vita in ogni suo aspetto, e che usufruisce di strumenti quali la meditazione, la concentrazione, la pulizia del corpo e la pratica delle asana o posture yoga. La sessualità, essendo tuttavia una delle esperienze più importanti e decisive per un essere umano, è considerata parte integrante nella crescita personale e spirituale di un individuo.

Le origini del Tantra risalgono al 2000 a.c. circa, quando il popolo degli Harappei si insinuò nella valle degli Indù. La società degli Harappei era caratterizzata da un notevole benessere e da un forte interesse per le arti. Era di tipo matriarcale e la sua religione era strettamente connessa con il corpo, il piacere e la sessualità. Tra il X e il XII secolo dopo Cristo, il Tantra visse un periodo di grande fioritura nel Nord dell'India ma fu in seguito soppresso con il prevalere della religione islamica. 
Tuttavia sopravvisse, ed espressioni seguenti si ebbero in Cina, con la scuola taoista, ed in Tibet, dove si sposò con il buddismo, dando origine alla via del “Tantra Rosso”. Col passare dei secoli, alcune scuole si limitarono a studiare l’unione tra il maschile ed il femminile solo sul piano energetico, dando vita al cosiddetto “Tantra bianco” che respinge l’esperienza connessa con le energie fisiche. Oggigiorno, con l’emancipazione della donna in Occidente, si è preparato il terreno per la riscoperta dell’unione del piacere con la spiritualità.

Il termine Tantra è composto dalla radice sanscrita “Tan” che richiama l’immagine della tela che viene distesa nel telaio e più in generale l’azione dell’espandere, e dal suffisso “Tra” che significa liberazione. Nella parola, è inoltre compresa la radice acustica “Ta” che indica i legami dell’ignoranza e dell’oscurità. Letteralmente, “Tantra”significa “espandere la coscienza per liberare dai legami dell’oscurità”. E l’oscurità non va rinnegata, semmai trascesa. Si pensi al fiore di loto, che trae nutrimento dal fango; anche la crescita spirituale dell’uomo inizia dal corpo e dalla sua energia sessuale. Vediamo meglio come. 
Nel corpo risiedono le emozioni e, non a caso, un rapporto consapevole con le esigenze del proprio corpo è realmente possibile quando si è in grado di percepire gli stati emotivi più profondi, e viceversa. La via del Tantra esorta quindi ad affrontare le maschere emotive che abbiamo indossato per fuggire dai nostri mostri interiori, e che inevitabilmente interferiscono nella comunicazione con il partner. L’energia sessuale viene allora liberata da proiezioni o ideali forzati, per lasciare spazio all’accettazione di quello che siamo veramente, con le nostre paure, i sentimenti, i desideri e i bisogni più intimi. 

È necessario essere estremamente onesti verso le proprie dinamiche interiori, e non tutti sono disposti a denudarsi in una simile maniera. Niente a che vedere, insomma, con l’intento di assumere il controllo delle proprie prestazioni sessuali, anche se ciò accade come effetto secondario, dovuto ad una maggiore conoscenza di sé stessi.
Un altro aspetto importante è la capacità di provare piacere, non di rado inquinata da fattori culturali e/o personali. Occorre prendere coscienza di come si tende, spesso automaticamente, a ridurre o boicottare il piacere. Alcuni praticanti trovano sconcertante realizzare che ciò che chiamano “sesso” è in realtà solo una minima parte di quello che il sesso può essere: uno spazio interiore eppure allo stesso tempo immenso, nel quale è possibile abbandonarsi a nuove forme di piacere e di comunicazione con l’amato.
Nel Tantra, l’incontro con il partner stimola l’energia sessuale, chiamata kundalini, ad espandersi e a salire lungo i chakra, "centri energetici" del corpo. Nel contempo, l’atteggiamento meditativo – cioè di osservazione, presenza e comprensione – consente all’energia dei piani spirituali di discendere nel corpo stesso. Pertanto, le due energie, legate rispettivamente alla terra ed al cielo, si incontrano all’interno dell’essere umano (all’altezza del centro vitale corrispondente al cuore) e si dice che l’uomo fa esperienza dentro di sé della propria “donna interiore”, e la donna del proprio “uomo interiore”. Un’esperienza di fusione, questa, che trascende l’ordinario stato di separazione in cui vive l’essere umano. 
Ecco quindi che il partner esterno diventa uno specchio che permette di vivere il matrimonio interiore, appena descritto. Tale condizione predispone ad incontrare il proprio compagno senza proiezioni, filtri o maschere, e ad amarsi l'un l'altro in uno spazio meditativo, dove reciprocamente ci si aiuta a raggiungere una condizione estatica.

Per il Tantra, l’estasi viene raggiunta esplorando tutti gli aspetti del piacere dell’orgasmo. Infatti, l’estasi stessa è considerata come un orgasmo più grande, un’esperienza in cui i limiti di tempo e spazio vengono meno. Uno stato, ossia, che coinvolge pienamente tutte le espressioni del nostro essere sul piano fisico, mentale ed energetico, e grazie al quale acquisiamo consapevolezza e beatitudine. Come l’albero protende i suoi rami verso l’alto grazie alla forza delle radici, così l’uomo può dunque crescere verso il Cielo, se radicato nel corpo.
Ancora oggi, il Tantra appare profondamente rivoluzionario. Forse, proprio perché è così antico che non può invecchiare. Non è una filosofia di cui discutere, non è un problema da risolvere bensì un “mistero da vivere” e uno “spazio in cui esistere”, come indicò il filosofo e maestro Indiano Osho. Il Tantra esorta a sperimentare totalmente ed in prima persona il flusso della vita, ed in questo non lascia spazio ad intermediari: si fida profondamente della natura umana e di tutti i suoi aspetti.

Camilla Ripani – Nonsoloanima.tv

Gli autori di questa pagina sono José & Resya Satchitshanti.

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